Programma
Giovanni Antonio Pandolfi Mealli (1624-1687)
Sonata "La Cesta"
Antonio Bertali (1605-1669)
Sonata in re
Giovanni Buonaventura Viviani (1638-1692)
Sonata Prima in sol
Giovanni Buonaventura Viviani
Sinfonia Cantabile
Giovanni Antonio Pandolfi Mealli
Sonata "La Viviana"
Antonio Bertali
Sonata in la
Roberto Sabbatini
Sonata in Do
Giovanni Antonio Pandolfi Mealli
Sonata "La Sabbatina"
Antonio Bertali
La Ciacconna
TRIO FONTANA
Artem Dzeganovskyi violino barocco
Alessia Travaglini viola da gamba
Sofia Ferri tiorba
Info
- Sabato 09 Novembre 2024 17:45
- Città Milano
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Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci - Sala del Cenacolo, Via San Vittore 21
- Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci
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Giovanni Antonio Pandolfo Mealli lavorò a Innsbruck dal 1652 al 1662 come violinista nell’orchestra di Antonio Cesti. In quel periodo presso la corte di Innsbruck vi erano molti musicisti toscani (come Cesti, Mealli, Viviani). Questo creava un bell’ambiente, anche di relazioni umane. Prova ne sia che, sia nell'opera terza che nella quarta, Mealli inserisce delle dediche non solo ai suoi mecenati e sostenitori, ma anche ad alcuni dei suoi colleghi.
Nel programma “La cerchia di Mealli” vengono esplorati i collegamenti tra la musica dei dedicatari e i “quadri” musicali creati da Mealli stesso.
Leggendo tra le licenze poetiche dei titoli, troviamo per esempio la sonata “La Viviana”, dedicata al violinista Giovanni Buonaventura Viviani e non al cantante Antonio Viviani. Analogamente, la sonata “La Sabbatina” è dedicata non al cantante Pompeo Sabbatini, ma invece al collega violinista Roberto Sabbatini, presente a Innsbruck nello stesso periodo.
Tra l’altro, la Sonata di Roberto Sabbatini in programma è stata ricostruita da Artem Dzeganovskyi dal manoscritto parzialmente rovinato - Partiturbuch di Jakob Ludwig. Interessante è scoprire che in questa stessa raccolta, la sonata “La Cesta” è per sbaglio attribuita ad un altro grande compositore italiano, Antonio Bertali. Di origine veronese, questi visse per quasi tutta la vita a Vienna e negli anni cinquanta del Seicento era non solo “valoroso nel violino” ma anche maestro di cappella della corte imperiale degli Asburgo. Bertali era più noto per le sue opere e per le composizioni di musica sacra, ma sono comunque giunti a noi anche tanti suoi brani strumentali tra cui la famosa “Ciaccona” per violino e basso continuo.
E se la nave che nel 1665 trasportava a Vienna l’archivio musicale di Innsbruck non fosse affondata, chissà quante belle sonate in più potremmo oggi suonare (per esempio l’opera 1 e 2 di Pandolfi Mealli). Speriamo che i “ponti” creati con questo programma siano più affidabili di quel fiume così musicale che è il Danubio.