Considerato tra i principali clavicembalisti e organisti della sua generazione, Fabio Bonizzoni si esibisce nelle più importanti sale e nei principali festival europei non solo come solista o con la sua orchestra La Risonanza, ma anche come direttore ospite di prestigiose orchestre barocche e moderne. Tra le altre, nel 2011 ha diretto l’Orchestra del Teatro alla Scala nell’inedito balletto L’altro Casanova.

In seno a La Risonanza, la sua principale attività è quella di direttore artistico e musicale. Da lui vengono le idee per esplorare nuovi repertori e nuove prassi esecutive, per articolare le stagioni concertistiche in residenza. Dalla sua passione per la didattica sono partite tutte le attività “EDU”, volte nel loro complesso a formare i giovani e, al tempo stesso, ad inserirli nel mondo concertistico.

Fin dall’inizio della sua attività, appena terminati gli studi con Ton Koopman, egli ha iniziato una intensa attività discografica che lo ha portato a registrare numerosissimi dischi dedicati al repertorio italiano per tastiera. Successivamente ha coinvolto in questa attività La Risonanza stessa e sono così nate serie memorabili, una fra le tante: quella dedicata alle cantate italiane di Handel. Questa serie gli ha valso non solo un grande riconoscimento internazionale ma anche un Gramophone Award. Come solista si è poi volto al grande repertorio, incidendo un disco di Sonate di Scarlatti, le Toccate e Partitedi Frescobaldi, leVariazioni Goldberg e l’Arte della Fuga di J.S. Bach.

Più recentemente ha iniziato una collaborazione con la casa discografica Challenge Classic per la quale sono apparsi il Didone e Eneadi Purcell e due dischi che raccolgono i concerti per clavicembalo e orchestra di J.S. Bach. Assieme al violinista Ryo Terakado, infine, ha registrato l’integrale delle sonate per violino e cembalo obbligato di J.S. Bachdi cui, nel 2023, è stato pubblicato il secondo volume.

Discografia

Alcuni dei momenti più belli della mia vita musicale, li ho vissuti registrando. Qui trovate un elenco dei numerosissimi dischi che abbiamo prodotto: quelli che ho registrato da solo, quelli che ho fatto con pochi amici, e quelli con molti. Sono tanti, forse troppi, ma tanti sono gli anni che mi vedono calcare le scene, soprattutto con La Risonanza. La registrazione che ha significato di più per me? Le cantate italiane di Handel, senz’altro. Il disco che mi ha coinvolto di più emotivamente? Didone e Enea. Quello che mi appassiona di più? Quello che non abbiamo ancora registrato, ma a cui stiamo già lavorando!